Altre disposizioni
La legislazione antiebraica colpì non solo il mondo del lavoro, dell’istruzione e della cultura, ma tutti gli aspetti della vita delle persone di origini ebraiche. Non vi fu ambito della vita sociale, persino quello sportivo, che non venne intaccato dalla politica persecutoria del regime.
Fra i primi ad essere colpiti furono gli ebrei stranieri, che non poterono fissare più “stabile dimora” nemmeno in Libia e nel Dodecaneso e a cui, nel mese di novembre del 1938, fu revocata la cittadinanza se ottenuta dopo il 1918.
Una delle disposizioni più percepite come ingiuste dagli ebrei italiani fu il divieto, nel novembre del 1938, di prestare servizio militare “in pace e in guerra”. Ciò sancì la definitiva rottura di un rapporto faticosamente costruito, ma che sembrava ormai un’indissolubile realtà, tra il Paese e la sua minoranza ebraica. Fu proibita inoltre l’iscrizione al Partito Nazionale Fascista.
Fu presa di mira anche la vita religiosa, con la proibizione, nell’ottobre del 1938, della macellazione rituale secondo le leggi dell’alimentazione ebraica (kasheruth).
Fra le disposizioni che servirono a separare definitivamente gli ebrei dal resto della popolazione fu la proibizione di “sposare cittadini italiani di razza ariana”, una trasformazione in atto giuridico del peggior darwinismo sociale. A ciò si collegò il divieto di avere degli “ariani” come domestici.
Nell’estate del 1939, per identificare facilmente e immediatamente un ebreo tra la popolazione, si stabilì che coloro che avevano mutato il proprio cognome in un altro che potesse celare le proprie origini dovessero “riprendere l’originario cognome ebraico”.
Un anno dopo fu ridotta ancor più la libertà di muoversi e di vivere dei momenti di “normalità” con il divieto di soggiornare nelle principali località turistiche. Gli ebrei dovevano diventare “invisibili”.
La volontà di cancellare ogni segno di ebraismo dalla società italiana fu evidente nelle disposizioni relative alla sostituzione di tutti i nomi ebraici “di luoghi, di vie, di istituzioni, di moli etc.”, all’eliminazione dei nominativi ebraici dagli elenchi telefonici e alla proibizione di pubblicare necrologi di ebrei nei giornali o con affissioni murali.
L’isolamento degli ebrei peggiorò sensibilmente anche con il sequestro, nel 1941, di apparecchi radiofonici ai non “discriminati”. Paradossali, infine, altre norme persecutorie, come il divieto di “allevare colombi viaggiatori”. Viene colpito duramente anche il mondo dello sport.
L’unico modo per poter ottenere una parziale esenzione della persecuzione, in verità relativa a situazioni minori o legate al patrimonio, fu quello di far ricorso alla cosiddetta “discriminazione” per particolari “benemerenze” belliche, politiche o “eccezionali”. Per stabilire la liceità delle richieste di “discriminazione” fu istituita una commissione composta da rappresentanti del partito, della milizia, del ministero dell’Interno. In totale furono presentate circa 9.000 richieste; nel gennaio 1943 ne risultarono accolte 2.486, che coinvolsero 6.494 persone.
01a Revoca cittadinanza
Il commerciante Eugenio Lipschitz (1883-1944), di origine ungherese ma residente a Fiume dal 1894, è una delle persone a cui viene revocata la cittadinanza italiana (cfr. decreto-legge del 17 novembre 1938). Nel 1940 viene internato a Campagna (Salerno) come ebreo...
01b Revoca cittadinanza
Eugenio e Giannetta Lipschitz, Rogaška Slatina, 1939. Archivio privato Alberto Heimler Sanja Simper, Od emancipacije do holokausta. Židovi u Rijeci i Opatiji, 1867-1945, Muzej grada Rijeke, Rijeka, 2013
02 Emigrazione
Settembre 1939. Un anno dopo il decreto di espulsione degli ebrei stranieri (cfr. decreti-legge del 7 settembre e 17 novembre 1938), migliaia di essi sono ancora intrappolati nella penisola. Pochi paesi li accolgono. Più di seimila, comunque, hanno lasciato l'Italia,...
03a Fine pnf
Bologna, 16 novembre 1938. Il Partito nazionale fascista comunica all'agente di commercio Oscar Nacamù (nato nel 1895) la cessazione della sua iscrizione. Ciò avviene ancora prima dell'entrata in vigore del divieto di appartenenza al Pnf (dicembre del 1938). United...
03b Fine pnf
Oscar Nacamù con i figli Daniele e Leonardo a Bologna, fine anni '30. United States Holocaust Memorial Museum, Washington
05a Esercito
Foglio di congedo assoluto dal Regio Esercito Italiano ricevuto dal commerciante Giovanni Dell'Ariccia (1911-1992). Il divieto per gli ebrei di prestare servizio militare è contenuto nel decreto-legge del 22 dicembre 1938. Archivio privato Lello Dell'Ariccia, Roma /...
05b Esercito
Giovanni Dell'Ariccia durante il suo periodo di leva, 1931/32. Archivio privato Lello Dell'Ariccia, Roma / Fondazione Museo della Shoah, Roma
06 Ascoli
Il pluridecorato generale di corpo d'armata Ettore Ascoli (1873-1943) è uno dei numerosi ufficiali espulsi dall'esercito perché ritenuti "biologicamente pericolosi". Morirà da partigiano a Cingoli nell'ottava brigata Masia GL di Bologna. Archivio Istituto per la...
07 Rubrica
Autunno 1940. La Polizia amministrativa stila un elenco delle disposizioni antiebraiche nelle autorizzazioni di polizia. Archivio Centrale dello Stato, Roma
08 Domestici
Varese, febbraio 1939. La Prefettura segnala le nuove disposizioni relative al divieto per gli ebrei di avere alle proprie dipendenze domestici non ebrei (cfr. art. 12 del decreto-legge del 17 novembre 1938). Si specifica cosa si intende per "domestici". Archivio di...
09 Avvisi mortuari
Agosto 1941. La Direzione generale per la Demografia e la Razza precisa in un comunicato alla Pubblica Sicurezza che il divieto di pubblicare necrologi di ebrei sui giornali - già disposto nell'ottobre 1938 dal Ministero della Cultura Popolare - è stato ampliato, nel...
10 divieto spiagge
9 giugno 1943. La Direzione generale della Pubblica Sicurezza, in una circolare ai prefetti del Regno, stabilisce il divieto assoluto per gli ebrei di soggiornare nelle località marine e di villeggiatura di lusso. Nell'agosto 1940 era già stato vietato agli ebrei di...
11 spiaggia Ajò (1) 11 spiaggia Ajò (2)
Ostia, 1942. Ragazze e ragazzi ebrei in spiaggia "prima di essere cacciati". Foto 1, da sinistra, in piedi: Federico Feldman, Leo Terracina, Enrica Ajò, Fausta Perugia, Vera Fuà , Emma Alatri. Al centro: Nicola, Marisa Del Monte, Silvana Ajò, Milena Fuà . Seduti:...
12a, b, c, d Discriminazione
Nella primavera del 1939 l'ingegnere Mario Levi (1888-1943) richiede la "discriminazione" per poter continuare a svolgere il lavoro di funzionario nelle aziende elettriche italiane. Si fa aiutare dal cognato Renzo Ravenna, fino al 1938 Podestà di Ferrara, che fa...
12e Discriminazione (1) 12e Discriminazione (2) 12e Discriminazione (3)
Mario Levi, la moglie Alba Ravenna e il figlio Giorgio. Archivio Daniele Ravenna, Ferrara
13a CV Cohen
Curriculum Vitae, per gli anni 1915-1938, dell'avvocato Giacomo Cohen (1875-1943). Tale documento è presentato per ottenere la cosiddetta "discriminazione" insieme alla sua famiglia. I suoi incarichi fascisti - fra cui la carica di Podestà di Vedano Olano dal 1929 al...
13b CV Cohen
Varese, 1912/13: Giacomo Cohen, Margherita Artom, con in braccio il figlio Renato, e le figlie Ada e Giulia. Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea, Milano
14 DOC CONI
Verbale del Consiglio generale del Coni del 23 febbraio 1939 in cui si ratifica l’"esclusione di ogni elemento ebraico" dai quadri del Comitato olimpico. Il documento è firmato dal presidente Attilio Starace (1889-1945) e dal segretario generale Giorgio Vaccaro...
15 Collage Articoli
Articoli sull’esclusione degli ebrei dal mondo dello sport. Il Calcio Illustrato, 1938, VIII, fasc. 37, p. 8 Il Littoriale, 1938, XII, Fasc. 309 p. 1; fasc. 277, p. 6; fasc. 284, p. 6; fasc. 302, p. 1; fasc. 305, p. 8; fasc. 307, p. 2 La Stampa, 8.12.1938, p. 4....
16 Manifesto Efrati
Roma, Teatro Jovinelli, 19 febbraio 1936. Si svolge il combattimento fra la "giovane rivelazione romana" Leone Efrati e Romeo Oberdan. Archivio AS Audace, Roma
17 Efrati
Leone Efrati (1916-1944), pugile romano, considerato nel 1939 uno dei dieci migliori pesi piuma mondiali. Deve smettere di combattere dopo la promulgazione delle leggi antiebraiche. Deportato ad Auschwitz, è costretto dalle SS a combattere nel campo. Non farà ritorno....
18a Gay
Roma, ottobre 1938. La società sportiva C. Colombo – come altre – vieta l’ingresso nella sua palestra agli atleti ebrei. Il pittore Aldo Gay (1914-2004) disegna se stesso nel momento in cui gli viene comunicato tale divieto. Collezione famiglia Gai, Roma
18b Gay
Aldo Gay, anni ’30. Collezione famiglia Gai, Roma
19 Di Consiglio
Roma, fine anni ’30. Pacifico Di Consiglio (1921-2006), detto "Moretto", si allena insieme all’amico Angelo Di Porto (nato nel 1923) sulla terrazza della loro abitazione in Sant’Angelo in Pescheria 28. Erano stati espulsi dalla palestra che frequentavano abitualmente....
20 Terracina (1)
Il pugile Settimio Terracina (1917-1985) negli anni ’30 riesce a conquistare il titolo regionale e guadagnare la convocazione per gli allenamenti preolimpionici. Nel gennaio del 1938 viene richiamato alle armi, ma dopo pochi mesi, con la promulgazione delle leggi...
20 Terracina (2)
Settimio Terracina durante un allenamento. Sui pantaloncini è ricamata la stella di David, che indosserà nel luglio dello stesso anno a Ferrara per le eliminatorie dei campionati europei. Sul retro compare la scritta: "Questa Stella di David mi costò il titolo... che...
21 Weisz (1) 21 Weisz (2)
L’allenatore di origine ungherese Árpád Weisz (1896-1944) vince uno scudetto con l’Ambrosiana di Milano (1929-1930) e due con il Bologna (1935-1937). Nell’ottobre del 1938 è brutalmente licenziato e come ebreo straniero è costretto a lasciare il paese nel 1939....
La vita di ogni giorno viene intaccato dalle leggi, come raccontano i sopravvissuti alla deportazione.
Una volta siamo andati al cinema io, Sabatino [Finzi] e Angelo [Calò]. E a me specialmente mi hanno rifiutato d’entrare dentro al cinema, perché ero di religione ebraica: “Tu non entri perché sei ebreo!” E m’ha tirato la lanterna, la luce che ce acompagnano; me so’ abassato e je l’ho raccolta, du’ volte; la seconda j’ho dato ’n pugno. M’hanno portato in camera de sicurezza e mi hanno tenuto per una nottata. (Sabatello Leone, Roma)[1]
Con mia madre, le mie sorelle, i miei fratelli e altri parenti eravamo a Ostia, eravamo tutti piccolini. Vennero dei fascisti e ci portarono al Commissariato, perché eravamo ebrei e non potevamo andare al mare. Ci fecero stare lì diverse ore, poi dovette venire mio padre a firmare una diffida che qualora un’altra volta ci avessero trovati a Ostia, lui sarebbe andato in carcere. Mi ricordo i cartelli che dicevano “E’ vietato l’ingresso agli ebrei” (Giuseppe Di Porto, Roma)[2]
Non posso più fare ciò a cui ambivo, isolato da tutti gli amici, via da tutti gli ambienti dove vivevo, dove mi trovavo bene. Facevo parte anche della milizia universitaria; mi mandano a chiamare e lì, in quadrato, io al centro: “Tu vieni radiato dalla milizia universitaria perché appartieni alla razza ebraica. Domani porterai di ritorno la divisa!” Io credevo di sprofondare. (Italo Dino Levi, Trieste)[3]
[1] Marcello Pezzetti, Il libro della Shoah italiana, Torino, Einaudi, 2009, pp. 29-30.
[2] Marcello Pezzetti, ibidem, p. 30.
[3] Marcello Pezzetti, ibidem, p. 31.
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