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Nella primavera del 1939 l’ingegnere Mario Levi (1888-1943) richiede la “discriminazione” per poter continuare a svolgere il lavoro di funzionario nelle aziende elettriche italiane. Si fa aiutare dal cognato Renzo Ravenna, fino al 1938 Podestà di Ferrara, che fa recapitare una sua lettera a Mussolini stesso. Levi, la moglie e il figlio ottengono la “discriminazione” nel giugno 1940. Tre anni dopo saranno tra le vittime della razzia del 16 ottobre 1943.
Archivio Centrale dello Stato, Roma



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