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1938 Le leggi antiebraiche dell’Italia fascista

di Sara Berger e Marcello Pezzetti

Le leggi antiebraiche

Per un primo lungo periodo il fascismo non introdusse norme antiebraiche, anche se ridusse progressivamente la presenza degli ebrei in ruoli pubblici.

A partire dal 1936, durante un nuovo impulso totalitario, dopo la comparsa e la diffusione del razzismo antinero e l’avvicinamento del Paese alla Germania nazista con l’“Asse Roma-Berlino”, si sviluppò una nuova forte azione propagandistica antiebraica.

Il 31 dicembre del 1936 Mussolini pubblicò un articolo sul Popolo d’Italia in cui affermò che l’antisemitismo era una conseguenza “inevitabile” del “troppo ebreo”. Gli ebrei “ebraizzanti”, ovvero quegli ebrei che mantenevano una qualche identità ebraica, erano ritenuti ormai non più compatibili con l’Italia fascista.

Nel 1938 la campagna antiebraica subì una violenta accelerazione con la comparsa di un testo programmatico pubblicato con il titolo Il fascismo e i problemi della razza (noto come Il manifesto fascista della razza, 14 luglio 1938) e, agli inizi di agosto, con quella della rivista La Difesa della Razza. Nello stesso mese, con un censimento su basi razziste il regime schedò la popolazione ebraica presente sul territorio nazionale. Per studiare provvedimenti attinenti alla nuova problematica “razziale”, in estate vennero istituiti organismi ad hoc, quali la “Direzione generale per la demografia e la razza” (Demorazza), nel ministero dell’Interno, e l’“Ufficio studi del problema della razza”, all’interno del gabinetto del ministero della Cultura popolare.

L’Italia era ormai pronta a promulgare una legislazione antiebraica, così come era avvenuto dal 1933 nella Germania nazista e come stava avvenendo in altre parti dell’Europa quali la Romania, l’Ungheria, nonché l’Austria annessa al Terzo Reich.

I primi decreti-legge antiebraici “per la difesa della razza”, voluti da Mussolini, furono approvati dal Consiglio dei ministri del Regno d’Italia nelle sedute dell’1 e 2 settembre e toccarono da un lato il mondo della scuola e delle università, dall’altro gli ebrei stranieri. Dopo la cosiddetta “dichiarazione sulla razza” del Gran Consiglio, che nella seduta del 6 ottobre 1938 stabilì i criteri della definizione della “razza ebraica”, il Consiglio dei ministri approvò, nelle sedute del 7, 9 e 10 novembre, anche le disposizioni che avrebbero costituito il corpus più consistente dei provvedimenti antiebraici, il regio decreto-legge n. 1728 del 17 novembre 1938. Tutti i decreti vennero controfirmati da Vittorio Emanuele III e convertiti in legge dalla Camera e dal Senato nel dicembre dello stesso anno.

Da questo momento e fino al 1943 il regime emanò – soprattutto con circolari ministeriali – innumerevoli norme di allontanamento ed esclusione dal mondo del lavoro, dalla scuola, dalla vita pubblica. L’intero apparato dello stato si mise a disposizione per colpire quello che fu definito da Mussolini in un acclamato discorso pubblico a Trieste “un nemico irreconciliabile del Fascismo”. Le leggi e i decreti colpirono anche persone di discendenza ebraica ma di fede cattolica, poiché la definizione di ebreo si basava su criteri razzistico-biologici. Furono anche vietati i matrimoni “razzialmente misti”.

Agli ebrei in possesso di particolari benemerenze fu concessa la cosiddetta “discriminazione”, ovvero una parziale esenzione della persecuzione.

La legislazione antiebraica fu estesa anche ai possedimenti del Dodecaneso e alla Libia, per la quale venne emanata un’apposita legge nel 1942.

Come nella Germania nazista, l’Italia fascista si apprestava a separare una parte di sé, quella di “origini ebraiche”, dal resto della popolazione e conseguentemente a spingere la minoranza ebraica verso l’emigrazione.

Nel 1938 l’Italia si stava dunque trasformando in uno Stato antisemita

01 Giornale d’Italia

01 Giornale d’Italia

Il 14 luglio 1938 compare, su Il Giornale d’Italia, il "Manifesto degli scienziati razzisti", abbreviato in "Manifesto della razza". Ripreso il giorno dopo da tutta la stampa nazionale, il manifesto dà il via a una nuova campagna antiebraica violenta e sistematica. È...

02 Regio Decreto

02 Regio Decreto

Il Regio Decreto-Legge del 17 novembre 1938, firmato dal Re Vittorio Emanuele III, da Mussolini, dal ministro degli Affari Esteri Galeazzo Ciano, dal ministro di Grazia e Giustizia Arrigo Solmi, dal ministro delle Finanze Paolo Ignazio Maria Thaon di Revel e dal...

03 Gazzetta

03 Gazzetta

Gazzetta ufficiale del Regno d’Italia, n. 272, 29 novembre 1938. Il Regio Decreto-Legge del 15 novembre 1938-XVII, n. 1779, con i provvedimenti per la "difesa della razza nella Scuola italiana". Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea, Milano

04 Difesa

04 Difesa

I divieti del Regio Decreto-Legge del 17 novembre 1938 per la "difesa della razza" vengono visualizzati nella rivista antisemita e razzista diretta da Telesio Interlandi. "Gli ebrei non possono…" – "Non vi possono essere ebrei…", La Difesa della Razza, 20 novembre...

05 La Stampa

05 La Stampa

La Stampa, come altri quotidiani, il 19 settembre 1938 riproduce lo "storico discorso" di Mussolini davanti alle folle di Trieste. Nel paragrafo "L’azione razzista", viene fra l’altro riportata l’affermazione di Mussolini: "l’ebraismo mondiale è stato, durante sedici...

06 bis Filmato istituto luce

06 bis Filmato istituto luce

Filmato da poco restaurato del discorso di Mussolini del 18 settembre 1938 a Trieste. Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza / Archivio storico Istituto Luce, Roma

06 Discorso di Trieste

06 Discorso di Trieste

Trieste, 18 settembre 1938. Storico discorso di Mussolini in Piazza dell’Unità. Fototeca dei Civici Musei di Storia e Arte, Trieste

07 Mussolini

07 Mussolini

25 ottobre 1938. In un discorso riservato al Consiglio nazionale del Pnf, Mussolini ritorna sul "problema ebraico". Definisce ancora una volta l’"ebraismo mondiale" un nemico del fascismo e invita chi ha il "cuore troppo dolce" a immaginarsi "quale sarebbe la sorte,...

08 Libia

08 Libia

Libia, dicembre 1938. Il governatore della Libia, Italo Balbo (1896-1940), chiede al ministero dell’Africa italiana di tener conto delle particolari condizioni della Libia prima di applicare l’intero corpus delle leggi antiebraiche. Conseguentemente, una parte di esse...

09 Video ragazzi

09 Video ragazzi

Le disposizioni antiebraiche sono recitate da Alex Pandolfi e David Vivanti, del Liceo Ebraico di Roma Renzo Levi, e dagli studenti del Liceo Scientifico Sportivo e del Liceo Classico Europeo del Convitto Nazionale “Vittorio Emanuele II” di Roma, Davide Agostinelli,...

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